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Il Peso armonico in medicina estetica

Il Peso armonico in medicina estetica

 
 
Valutazione del peso armonico desiderabile (G. Bertuzzi)
 
Si tratta di un metodo induttivo in cui l’induzione consiste in un processo di astrazione che consente di trovare una regola generale attraverso un ragionamento che parte da osservazioni cliniche.
Nelle valutazioni antropometriche l’indice di massa corporea (B.M.I.) rappresenta un importante indice di morbilità che mette in relazione il peso in eccesso con il potenziale rischio di insorgenza di malattie. Esso prevede una scala di valori normali per il sesso femminile che vanno da 19 a 24 e si calcola dividendo il peso per il quadrato dell’altezza. Questo, però, non tiene in alcun conto la morfologia dell’individuo in esame.
Negli anni, molti autori hanno tentato di classificare le diverse strutture antropomorfologiche sulla base dei più svariati criteri fino ad arrivare al 1987 dove Luigi Brian introduce per primo nella sua classificazione il concetto di armonia (Armonici, Disarmonici, Displastici).
Nello studio in esame, in maniera molto schematica, vengono identificati soltanto due tipi di struttura: Habitus ginoide, caratterizzato da un diametro bi-trocanterico superiore al diametro bi-omerale, ed un Habitus androide, caratterizzato da un diametro bi-omerale superiore al diametro bi-trocanterico.
La distribuzione del tessuto adiposo, nelle due strutture, è molto diversa in quanto nell’habitus ginoide il grasso, poco o tanto che sia, tende a localizzarsi a livello dell’addome e delle gambe, mentre nell’habitus androide a livello dell’addome e del tronco.
Introducendo il concetto di armonia morfologica (A.B.M.I. – Armonic Body Mass Index) per ognuna delle due strutture sono stati evidenziati tre gradi e cioè ginoide I, dove la differenza tra i diametri è minima (0,1 – 1,9 cm), ginoide II, dove la differenza è più consistente (2 – 4,9 cm) e ginoide III, in cui la differenza è assai accentuata (> 5 cm); stessa cosa per la struttura androide.
Più accentuato sarà il grado di habitus, ad esempio ginoide III,  più  netta sarà la distribuzione regionale del grasso.
I coefficienti del A.B.M..I. ,  presentano, però, delle variabili, ad esempio, nella ginoide III tra 19 e 19,9.
Quindi per individuare nell’ambito dello stesso grado e tipo di habitus il coefficiente di A.B.M.I. più corretto è stato introdotto il criterio della divina proporzione.
Per trovare la sez. aurea (che rappresenta la divina proporzione) in un segmento dobbiamo far sì che la parte maggiore di tale sezione si trovi in proporzione con l’intero segmento come la sua parte minore si trova in proporzione con la parte maggiore. Quindi, se chiamiamo l’intero segmento AB, la sezione aurea che descrive la divina proporzione di quel segmento si troverà in un punto del segmento AB denominato C, per cui  AC:AB = CB: AC.
 
 
 
Se AB è di lunghezza 1, e chiamiamo x la lunghezza del segmento AB, allora la definizione sopra fornita dà luogo alla seguente equazione:
 
     1 - x   =   x   , e cioè   1-x = x2
        x          1          
 
che ha due soluzioni per x, (-1-Ö 5)/2 e (Ö5-1)/2.
La prima è negativa, per cui non soddisfa le condizioni del problema. La seconda rappresenta proprio il rapporto di sezione aurea ed è un numero irrazionale corrispondente a circa 0,618.
Il reciproco di x (1/x) viene indicato con Ø e corrisponde a 1+x, cioè circa 1,618. Molto spesso questo rapporto viene indicato come rapporto aureo e viene utilizzato nella costruzione del rettangolo aureo.
 
Considerando il segmento AB come l’altezza della persona, dovremmo trovare la sua sezione aurea  che coincide con l’ombelico, moltiplicando l’altezza per 0,618. Fatta questa operazione, misuriamo la distanza che intercorre tra i piedi e l’ombelico dello stesso individuo: tanto più vicino alla sezione aurea risulterà questa misura, tanto maggiore dovrà essere il coefficiente del A.B.M.I. scelto, in quanto, l’individuo che presenterà tale valore coincidente con la sua sezione aurea  risulterà avere perfetta armonia tra tronco e gambe. Viceversa, se dovessimo riscontrare differenze di molti cm. tra la sezione aurea e la misura piedi ombelico, dovremmo scegliere il valore di A.B.M.I. più basso (es: tra 19 e 19,9 si sceglierà 19). Infine per soggetti femminili con età anagrafica superiore a 50 anni che presentano significative variazioni della composizione corporea, spesso dovuta al periodo menopausale e post-menopausale, è stata applicata una maggiorazione di 0,5 per ogni 5 anni di età al coefficiente di A.B.M.I. individuato. Ad esempio, in un soggetto di 55 anni, ginoide II con sezione altezza piedi – ombelico, coincidente con la sezione aurea, aggiungeremo al 20,9 dell’A.B.M.I. il valore 0,5; moltiplicando il coefficiente così ottenuto per l’altezza, otteniamo il peso armonico e desiderabile.
Un peso desiderabile sia da un punto di vista fisiologico che armonico, quindi, dovrà tener conto di un indice armonico di massa corporea (A.B.M.I.) nella norma che, a seconda della struttura della persona, potrà tendere verso il basso o verso l’alto della scala dei valori consentiti .
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