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Terapia idropinica a basso residuo

Terapia idropinica a basso residuo


LA  TERAPIA  IDROPINICA  A  BASSO  RESIDUO

(G. Bertuzzi)


La terapia idropinica rappresenta un particolare tipo di cura che si avvale dell’introduzione nel nostro corpo di un certo tipo e di una certa quantità di acqua, attraverso il bere, in grado di produrre significativi effetti terapeutici sull’organismo.
 
  La principale funzione di tale cura, a basso residuo, si traduce in un notevole aumento della velocità con la quale il nostro organismo si depura eliminando le sostanze di degradazione, di rifiuto; in altre parole attraverso la terapia idropinica a basso residuo il nostro organismo si disintossica più velocemente.
 
         Il processo di disintossicazione dell’organismo, che non può prescindere da un’adeguata igiene alimentare, fisica ed ambientale, avviene, essenzialmente, mediante l’azione di quattro importanti organi che eliminano le scorie dal nostro corpo:
·        L’intestino, attraverso le feci
·        I reni, attraverso l’urina
·        La pelle, attraverso il sudore
·        I polmoni, attraverso la respirazione (espirazione)
 
L’acqua agisce contemporaneamente su tutti e quattro gli organi suddetti,
rendendo più rapido ed efficiente il processo di eliminazione delle scorie.
 
         Le linee guida dei consumi alimentari degli italiani proposte dal Ministero della Salute (LARN), suggeriscono di assumere un millimetro d’acqua al giorno per chilo di caloria consumata; quindi un uomo di media corporatura che non fa molta attività fisica dovrebbe ingerirne circa 2litri – 2 litri e mezzo, ed una donna con le stesse caratteristiche 1,7 – 2 litri. Nelle terapie idropiniche a basso residuo tali quantità possono persino triplicarsi!!!
 
         Non tutte le terapie idropiniche sono uguali e non tutte possono avere gli stessi effetti: la differenza la fa il tipo di acqua utilizzata.
 
         Molti studi dimostrano come l’acqua minerale non sia una semplice bevanda, ma presenti caratteristiche biologiche presenti negli elementi in essa disciolti che le conferiscono importanza e proprietà diverse.
 
         Di fondamentale importanza è la conoscenza dei diversi tipi di acque minerali da bere che sono classificate in base al loro RESIDUO FISSO a 180°. Tale valore che, per legge deve comparire su ogni etichetta di un’acqua minerale in commercio, esprime la quantità complessiva dei sali disciolti nell’acqua: quindi un basso residuo fisso identificherà un’acqua con pochi sali, cosiddetta “leggera”, e viceversa.  
 
         Le acque minerali vengono così classificate:
 
Acque minimamente mineralizzate
sono acque minerali con un residuo fisso inferiore o uguale a 50 mg/litro
 
         Acque oligominerali
sono acque minerali con residuo fisso compreso tra 51 e 500 mg/litro
 
         Acque medio minerali
sono acque minerali con residuo fisso compreso tra 501 e 1500 mg/litro
 
         Acque ricche di sali minerali
sono acque minerali con residuo fisso superiore a 1500 mg/litro
 
La terapia idropinica a basso residuo, prevede l’assunzione di grandi quantità (3, 4, 5 litri al giorno) di acqua minimamente mineralizzata; tale tipo di acqua presenta, come già detto, minime quantità di sali in essa disciolti, quindi il suo assorbimento intestinale è rapidissimo.
 
Tutto questo rende estremamente veloce il processo di depurazione a cui si è accennato in precedenza e facilita un aumento della diuresi senza affaticare la funzione dei reni.
 
Tuttavia va ricordato che, per reintegrare l’organismo di sali minerali, ad esempio dopo un’abbondante sudata, l’acqua minimamente mineralizzata non è indicata  in quanto “povera” di sali.
 
Durante la terapia idropinica a basso residuo, l’acqua in oggetto può essere assunta in qualsiasi momento della giornata anche se è preferibile berla a stomaco vuoto, non fredda e non gassata, proprio per facilitarne la velocità di assorbimento.